Coronavirus, scontro tra la Lombardia e il governo sulla riapertura. E sulla gestione delle Rsa nel Pd c’è chi ipotizza il commissariamento della Regione.
Dopo aver discusso per settimane sulla mancata chiusura delle zone rosse e sulle concessioni di Conte, ora Lombardia e governo discutono sulla riapertura. E questa volta a parti invertite. Fontana accelera e chiede di ripartire già il prossimo 4 maggio, Conte non apprezza e da Roma arriva lo stop a Milano.
Lombardia, scontro con il governo sulla riapertura
Fontana di fatto ha chiesto al governo di poter riaprire in maniera significativa il prossimo 4 maggio. da Roma invitano alla prudenza non senza irritazione per il nuovo eccesso di iniziativa del governatore leghista.
Stando alla ricostruzione fornita dal Corriere della Sera, il sospetto del governo è che dietro l’iniziativa di Attilio Fontana possa esserci lo zampino di Matteo Salvini, che da giorni chiede di riaprire in maniera significativa almeno il settore produttivo.
Conte punta a una riapertura decisamente più lenta di quella proposta dalla Lombardia. Progressiva e graduale, come consigliato anche dall’Unione europea.
Emergenza coronavirus, le accuse alla Lombardia sulle Rsa
A complicare i rapporti tra Milano e Roma c’è anche il caso delle Rsa. Dal Partito democratico si solleva l’ipotesi di commissariare la Regione Lombardia per la gestione sanitaria. Negli ultimi giorni gli uomini delle Forze dell’Ordine hanno controllato diverse Rsa (incluso ovviamente il Trivulzio) e la Guardia di Finanza si è presentata negli uffici della Regione Lombardia alla ricerca di documenti che possano aiutare a ricostruire le disposizione date dalle amministrazioni locali alle case di cura per la gestione dell’emergenza coronavirus.
“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa. E’ l’unica cosa da dire a chi vuole speculare nel momento in cui siamo ancora concentrati nella lotta al coronavirus. Sono speculazioni politiche che mi lasciano del tutto indifferente”.
Il commento di Attilio Fontana arriva a stretto giro: “Sarei sciocco nel dire di no, ci saranno stati degli errori, sicuramente non sono gli errori che ci vengono contestati. Io credo che le questioni poste come motivo di accusa nei nostri confronti sono infondate”.
“Al di là di questo, nella situazione emergenziale come quella che stiamo vivendo, tutti hanno commesso errori, dall’Oms agli scienziati. Nell’affrontare una malattia tremenda e nuova è impensabile che fin dall’inizio non si potessero prendere provvedimenti sbagliati”.
Gallera, ‘Disgustato dallo sciacallaggio’
Con un post condiviso sulla propria pagina Facebook, l’assessore Gallera ha risposto in maniera dura alle accuse mosse alla Regione Lombardia.
“Assisto disgustato a molteplici azioni di gigantesca deformazione della realtà e di sciacallaggio politico e mediatico”.
“Abbiamo vissuto qualcosa di pazzesco Ci siamo trovati a dover prendere decisioni immediate per problemi giganteschi. Senza consultare un avvocato, scegliendo sempre per salvare la vita alle persone. Il senno di poi è un gioco facile per chi è rimasto a guardare. Noi eravamo in trincea, e lo siamo ancora”.
“Abbiamo dovuto prendere decisioni difficili in tempi ristretti ma bisognava salvare la vita alle persone. Trovare un respiratore o una Cpap per far respirare chi non ce la faceva più, recuperare mascherine e camici per i nostri operatori sanitari, fare in modo che le autoambulanze trovassero un pronto soccorso dove portare i pazienti e una barella su cui sdraiare chi soffriva, organizzare le visite domiciliare”
“Io continuo il mio lavoro con immutata determinazione e motivazione e guardo con distacco a quanti ‘col senno di poi’ dalle comode scrivanie o dai divani di casa sputano sentenze e veleno. Noi siamo stati e siamo in trincea e non agiamo ne abbiamo mai agito per compiacere i ‘professori del giorno dopo’ ma sempre e solo per soffocare la diffusione del Coronavirus e salvare la vita ai lombardi”.
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